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TAC DENTALE: QUANDO E COME SI ESEGUE

Non sono molti gli studi dentistici attrezzati con macchinari per effettuare esami coi raggi X, sia per analizzare la situazione di un piccolo gruppo di denti, sia per effettuare panoramiche e TAC complete della bocca. In molti casi però l’utilità è quella di fare un semplice screening, e gli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, segnala che può bastare una TAC per esporsi a metà della dose di radiazioni di fondo naturali che assorbiamo in un anno. «Usarle come screening, come talvolta accade, significa sottoporre il paziente a una quantità eccessiva e inutile di raggi» dice Mario Aimetti, presidente SIdP. «Sono esami preziosi ma vanno fatti se c’è un’indicazione precisa a eseguirli e dopo, non prima di una valutazione clinica».



Abbiamo chiesto al Centro Dentistico di Banchette (Ivrea) Nova Ars Medica  uno dei centri più attrezzati del Piemonte, di spiegarci in cosa consiste e di come non correre rischi.

Nonostante le indicazioni della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia le TAC volumetriche sono fra gli strumenti più acquistati dai dentisti che rischiano, per un eccesso di prevenzione, di aumentare l’esposizione alle radiazioni dei propri pazienti e aumentare il rischio di malattie alla tiroide o alcuni tumori, se i test non vengono eseguiti proteggendo le aree sensibili con collare e camice piombato, riducendo al minimo l’area da analizzare. Sono invece promosse, vista la bassa dose di radiazioni che vengono rilasciate, le mini-RX endorali, che infatti si rivelano ottime per le attività di screening, visto che comportano una quantità di raggi inferiore alle radiazioni naturali a cui si è esposti ogni giorno. In ogni caso l’esame radiologico va eseguito solo se è necessario, e non prima aver effettuato un esame clinico della situazione dentale e della bocca in generale. 



Quali tipi di radiografie esistono?

Le radiografie più conosciute e diffuse sono le panoramiche, ma non sono l’unico tipo di radiografia disponibile. I vari metodi consentono infatti di vedere diversi gradi di dettagli.
  • bitewing: è una radiografia endorale (interna) di piccole dimensioni, nella quale si vedono alcuni denti di entrambe le arcate. Permette di individuare la presenza di carie tra dente e dente e/o eventuali cambiamenti dell’osso che sostiene i denti 
  • radiografia periapicale: radiografia endorale di piccole dimensioni, nella quale si possono vedere i denti interessati in maniera completa (corona, radice fino all’apice, tessuti circostanti), consentendo anche di individuare ascessi, cisti, granulomi, fratture dentali, malattia parodontale (piorrea), carie, denti inclusi. 
  • radiografia panoramica: la radiografia più nota e diffusa, consente di vedere la posizione e lo stato di salute di tutti i denti superiori e inferiori e le ossa mascellari. 
  • teleradiografia: si tratta di una radiografia della testa di profilo, usata per valutare la posizione reciproca tra mascella e mandibola e se i denti sono posizionati correttamente rispetto alle ossa. 
  • tomografia computerizzata Cone Beam: è un tipo di radiografia approfondita, che fornisce un’immagine tridimensionale molto accurata delle strutture ossee e dentali.

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